Scene raggelanti, cruente, di una violenza inaudita che lascia sgomenti sia per la dinamica in sé ma anche per l’età dei protagonisti. Tra i 12 e i 13 anni, appena usciti dall’infanzia, coinvolti in un episodio di aggressività brutale che sembrano appartenere a un mondo altro, lontano dalla normalità di una tranquilla città di provincia.
È accaduto sabato scorso ad Anagni, in pieno centro storico, nel parcheggio di via San Magno. Una zona trafficata, a due passi da diversi istituti scolastici, dove decine di ragazzini si sono dati appuntamento per quello che sembra essere stato un vero e proprio regolamento di conti. Le immagini, girate e diffuse dagli stessi protagonisti, parlano chiaro: calci, pugni, spintoni violenti, tutto accompagnato da urla e, cosa ancora più inquietante, da risate.
Chi filma – tra l’altro – si esclama a gran voce: “ammazzala”, seguita da una bestemmia. E c’è anche chi, approfittando del parapiglia tira calci ad un’altra persona che è a terra al grido di “acchiappala per i capelli” e “botte, botte, botte”, come se fosse un gioco, una cosa normale, un passatempo come un altro.
I video (uno dei quali pubblicato su questa pagina, l’altro sulla nostra pagina Instagram, clicca qui per vederlo), finiti rapidamente sui social network, hanno scosso la comunità anagnina. Mostrano decine di giovani e giovanissimi assembrati, alcuni che si fronteggiano con aggressività, altri che incitano, altri ancora che filmano con i telefonini, quasi fosse uno spettacolo da immortalare e condividere.
La normalizzazione della violenza tra i più giovani appare evidente: nessun freno, nessuna consapevolezza delle conseguenze, solo l’adrenalina del momento e la ricerca di visibilità.
Il tutto è avvenuto a pochi metri dalla movida cittadina, in una serata in cui Anagni si animava di persone, famiglie, giovani. Eppure, in quel parcheggio, si consumava una scena che ha poco a che fare con la spensieratezza dell’adolescenza e molto con un disagio profondo che sta emergendo sempre più prepotentemente.
Per individuare tutti i partecipanti alla rissa stanno già indagando i Carabinieri della Compagnia di Anagni.
Non si tratta di un caso isolato. Solo poche settimane fa, sempre ad Anagni, un altro episodio di violenza giovanile aveva fatto scattare l’allarme. In quella circostanza, ragazzi di qualche anno più grandi si erano affrontati nel parcheggio sottostante alla piazza della Cattedrale, in pieno centro storico. Allora erano intervenuti i Carabinieri, che avevano riportato la situazione sotto controllo.
Ora la domanda che si pone la città è: cosa sta accadendo ai nostri giovani? Come è possibile che ragazzini così piccoli arrivino a organizzare e partecipare a risse collettive, filmandole e diffondendole con orgoglio? Il fenomeno della baby gang e della violenza minorile non è più un problema lontano, relegato alle grandi metropoli: è arrivato anche nei centri più piccoli, nelle comunità che si credevano al riparo.
Sulla vicenda è intervenuta l’assessore alle Politiche giovanili Chiara Stavole, che ha espresso profonda preoccupazione per quanto accaduto. “Siamo di fronte a un fenomeno che non possiamo e non dobbiamo sottovalutare – ha dichiarato l’assessore – questi episodi ci impongono una riflessione seria e l’urgenza di mettere in campo azioni concrete. Come Amministrazione comunale stiamo lavorando per rafforzare i progetti di prevenzione e creare spazi di aggregazione sani dove i nostri ragazzi possano sentirsi ascoltati e supportati. Serve una rete che coinvolga scuole, in prima linea le famiglie che non possono delegare alle istituzioni il compito di educare e vigilare sui propri figli, e Forze dell’Ordine. L’ Amministrazione è assolutamente presente nel condannare questi atti, ammonire i responsabili, coinvolgere in un processo di consapevolezza i nuclei familiari di questi ragazzi”.
Le istituzioni locali, le scuole, le famiglie sono chiamate ora a una riflessione profonda e a un’azione concreta. Servono interventi educativi, presidi di legalità, momenti di confronto e ascolto. Ma serve anche una presenza più capillare delle Forze dell’Ordine sul territorio, soprattutto nelle fasce orarie e nei luoghi più frequentati dai giovanissimi.
Anagni non può permettersi di abbassare la guardia. La sicurezza dei cittadini, ma soprattutto il futuro dei ragazzi, passa anche dalla capacità di intercettare il disagio prima che degeneri in violenza.