La Torre dei Conti, uno dei monumenti medievali più significativi di Roma, ha subito nelle ultime ore preoccupanti crolli che riaccendono l’attenzione su questo straordinario esempio di architettura fortificata del XIII secolo.
L’imponente struttura fu fatta costruire intorno al 1203 per volontà di papa Innocenzo III Conti, che la destinò al fratello Riccardo dei Conti di Segni come dimora fortificata per l’intera famiglia. Secondo gli studiosi, la realizzazione dell’edificio potrebbe essere attribuita a Marchionne Aretino, lo stesso architetto a cui viene associata la celebre Torre delle Milizie. Per la sua edificazione furono impiegati materiali di recupero provenienti da antichi templi romani, tra cui quelli dedicati a Cesare e Nerva, oltre al cosiddetto “Templus Telluris”.
Nella sua configurazione originaria, la Torre dei Conti si ergeva maestosa per circa sessanta metri di altezza, dominando il paesaggio urbano della Roma medievale. Tuttavia, il devastante terremoto del 1349 compromise seriamente la stabilità della struttura, causando i primi significativi danneggiamenti. Ulteriori cedimenti avvenuti nel corso del XVII secolo ridussero progressivamente l’edificio alle dimensioni attuali, decretando anche un radicale cambiamento della sua funzione: da residenza nobiliare a semplice deposito per legname e fienile.
Un destino singolare ha caratterizzato anche il prezioso rivestimento in travertino che impreziosiva le pareti esterne della torre. Nel 1561, questo materiale lapideo fu rimosso e reimpiegato nella costruzione di Porta Pia, una delle porte monumentali delle mura aureliane progettata da Michelangelo su commissione di Papa Pio IV.
Nei suoi sotterranei, la Torre dei Conti custodisce una testimonianza ancora più antica: ingloba infatti una delle quattro esedre in opera quadrata di tufo appartenenti al Foro della Pace, complesso monumentale edificato tra il 71 e il 75 d.C. sotto l’imperatore Vespasiano.
La grandezza e l’unicità di questo monumento non sfuggirono neppure a Francesco Petrarca, che nel contemplare la torre la definì “unica al mondo”, immortalandola con l’espressione latina “Turris illa toto orbe unica”. Un giudizio che testimonia il fascino esercitato da questa costruzione anche sugli intellettuali del Medioevo.
I recenti crolli sollevano nuovamente interrogativi sulla conservazione di questo patrimonio storico, che attraversa quasi mille anni di storia romana e rappresenta un prezioso collegamento tra l’età imperiale e quella medievale.




