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    Politica

    Mense scolastiche Anagni: docenti di sostegno costretti a pagare il pasto, scoppia la polemica sulla discriminazione

    PD, M5S, Sinistra Italiana e Possibile denunciano la disparità di trattamento e chiedono l'intervento del Comune per garantire il diritto alla refezione gratuita previsto dal contratto nazionale
    4 Novembre 20254 Mins Read
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    Anagni
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    Una questione spinosa agita il mondo della scuola ad Anagni, dove emerge una disparità di trattamento che sta sollevando accese polemiche: gli insegnanti di sostegno non possono usufruire gratuitamente della mensa scolastica, a differenza di tutti gli altri colleghi docenti. Una situazione che stride con i principi di equità e che rischia di creare una discriminazione inaccettabile all’interno del corpo insegnante.

    La vicenda presenta contorni ancora non del tutto chiari, ma pare esserci un elemento discriminante legato al rapporto numerico tra docente e alunni: chi segue un bambino in rapporto uno a uno si troverebbe in una condizione diversa rispetto a chi ne segue due. Una distinzione che, però, non trova alcun fondamento normativo e che anzi contrasta con quanto previsto dalla contrattazione collettiva nazionale.

    Il diritto di usufruire gratuitamente della mensa scolastica è infatti garantito al personale docente dall’articolo 21 del contratto collettivo nazionale di lavoro del comparto scuola, senza distinzioni di alcun genere. Si tratta di un diritto riconosciuto dalla contrattazione collettiva e non di una concessione discrezionale. Per questo motivo, il Comune non può certamente permettere che alcuni insegnanti vengano penalizzati rispetto agli altri, creando di fatto una discriminazione tra docenti.

    Sulla delicata questione sono intervenute con fermezza le forze politiche locali. PD, M5S, Sinistra Italiana e Possibile hanno inviato una nota a questa redazione nella quale esprimono forte preoccupazione per quanto sta accadendo e chiedono un intervento immediato delle istituzioni.

    “Per tale motivo, chiediamo l’intervento degli assessorati competenti affinché intervengano il prima possibile per chiarire la questione e allo stesso tempo garantire il pasto anche agli insegnanti di sostegno, i quali non devono essere oggetto di discriminazione anche in ragione dei compiti particolarmente delicati che svolgono quotidianamente all’interno delle aule scolastiche“, si legge nel documento firmato dai quattro movimenti politici.

    La nota sottolinea un principio fondamentale: il servizio mensa a tutti gli insegnanti non deve essere considerato una concessione, bensì un diritto acquisito. E questo vale ancora di più per i docenti di sostegno, il cui ruolo risulta cruciale anche durante il momento della refezione. I bambini con disabilità, infatti, durante il servizio di mensa devono poter usufruire del sostegno e dell’aiuto che ricevono abitualmente anche durante l’orario di lezione, laddove se ne presenti la necessità.

    Come evidenziato dalle forze politiche intervenute, il momento della mensa non si riduce a un mero servizio di refezione, ma rappresenta un momento educativo vero e proprio, la cui rilevanza è spesso esplicitata anche durante i gruppi di lavoro operativi conosciuti con l’acronimo GLO. Si tratta di un’opportunità formativa in cui la presenza del docente di sostegno può risultare determinante per il benessere e lo sviluppo del bambino.

    Le conseguenze di questa situazione rischiano di essere gravi e di creare fratture all’interno della comunità scolastica. “Qualora il Comune non volesse intervenire per garantire a tutti il servizio di refezione, avremo docenti di serie A e docenti di serie B, bambini di serie A e bambini di serie B come pure cittadini di serie A e cittadini di serie B“, ammoniscono senza mezzi termini PD, M5S, Sinistra Italiana e Possibile.

    Un monito che richiama l’attenzione su un principio fondamentale: quello della parità di trattamento e del rispetto dei diritti contrattuali di tutti i lavoratori della scuola. La comunità anagnina attende ora una risposta chiara dall’amministrazione comunale, che dovrà fare chiarezza su questa vicenda e garantire che nessun insegnante venga discriminato nell’esercizio delle proprie funzioni educative.

    La questione delle mense scolastiche ad Anagni si configura quindi come un banco di prova importante per verificare la capacità delle istituzioni locali di tutelare i diritti dei lavoratori della scuola e, indirettamente, di garantire ai bambini con bisogni educativi speciali la continuità assistenziale di cui hanno diritto anche durante i momenti di refezione scolastica.

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