All’alba di oggi il deciso intervento dei militari del Comando Compagnia Carabinieri di Frosinone ha dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dall’Ufficio G.I.P. del Tribunale di Frosinone, su richiesta della Procura della Repubblica. A finire in manette sono stati due uomini ritenuti i presunti autori della sparatoria al Bar Minotti di Frosinone nella notte del 29 agosto scorso, quando tre colpi d’arma da fuoco raggiunsero le vetrate esterne del locale mentre numerosi clienti si attardavano ancora sul marciapiede.

Il provvedimento rappresenta l’epilogo di un’attività investigativa durata due mesi e condotta dal Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Frosinone, che ha consentito di ricostruire la dinamica dell’azione e individuare i due sospettati, entrambi pregiudicati locali di etnia rom. A loro carico sono stati contestati i reati di danneggiamento aggravato, detenzione e porto abusivo di arma comune da sparo.
Secondo quanto accertato, intorno alle 1.40 del 29 agosto uno scooter, con a bordo due individui incappucciati, sarebbe passato a forte velocità davanti al Bar Minotti, noto punto di ritrovo della parte bassa del capoluogo. In un attimo, da quel mezzo in corsa sarebbero partiti almeno tre colpi, indirizzati verso le vetrate del locale. Poco prima si era conclusa una serata musicale, e sulla strada erano ancora presenti molti avventori: un contesto che rende l’episodio ancora più grave, considerando l’alto rischio per l’incolumità dei presenti.
Gli investigatori sono riusciti a ripercorrere la vicenda anche grazie alle numerose testimonianze raccolte e all’analisi delle immagini delle telecamere interne del bar e del sistema comunale di videosorveglianza “Frosinone Sicura”. Da questo materiale è emerso anche il possibile movente: circa due ore prima, i due indagati avevano avuto un acceso alterco con un terzo individuo all’esterno del locale, assumendo un atteggiamento intimidatorio che aveva portato gli addetti alla sicurezza ad allontanarli. Quel gesto, vissuto come un affronto, avrebbe alimentato un desiderio di rivalsa, sfociato nella successiva azione armata, descritta dagli inquirenti come simile a una “stesa”, modalità tristemente nota in altri contesti criminali.
Nel corso del sopralluogo, i Carabinieri hanno repertato due bossoli calibro 7.65 mm e frammenti di ogiva. I proiettili si erano conficcati nella vetrata a un’altezza compresa tra 2,5 e 3 metri, evitando fortunatamente di rimbalzare e colpire i clienti presenti: un dettaglio che evidenzia quanto la vicenda avrebbe potuto trasformarsi in una tragedia.
Determinante, nella definizione del quadro probatorio, anche l’analisi del percorso GPS del braccialetto elettronico indossato da uno dei due indagati: il dispositivo ha confermato il passaggio dell’uomo davanti al locale proprio negli istanti in cui furono esplosi i colpi. Un elemento che ha rafforzato la ricostruzione degli investigatori, già sostanziosa e considerata grave, precisa e concordante dalla Procura della Repubblica e dall’Ufficio GIP del Tribunale di Frosinone, che hanno disposto la misura cautelare in carcere.
Al momento dell’arrivo dei militari, uno dei destinatari del provvedimento non era nella propria abitazione: un tentativo di allontanamento durato poche ore, perché le intense attività di ricerca avviate dai Carabinieri lo hanno indotto a presentarsi spontaneamente al carcere di Isernia, dove nei prossimi giorni sarà interrogato nell’ambito delle garanzie previste dalla legge.




