Un medico in servizio a tempo indeterminato presso l’Azienda Sanitaria Locale di Frosinone è finito al centro di una complessa indagine condotta dai Carabinieri del NAS di Latina, che da mesi stanno passando al setaccio il sistema delle prestazioni intramoenia nell’ambito della strategia operativa nazionale denominata “Liste di Attesa”, disposta dal Comando Carabinieri per la Tutela della Salute di Roma.
Il provvedimento del G.I.P. e il coordinamento della Procura
Su mandato del G.I.P. del Tribunale di Frosinone, e sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Frosinone, i militari hanno eseguito un sequestro preventivo per equivalente del valore complessivo di 65.006,57 euro. Si tratta della somma che, secondo le indagini, rappresenterebbe il presunto profitto illecito accumulato dal professionista attraverso condotte irregolari.
Visite intramoenia pagate in contanti: i sospetti degli inquirenti
Secondo quanto accertato, il medico avrebbe incassato in contanti il pagamento di visite specialistiche effettuate in regime di attività libero-professionale intramuraria, evitando però di far transitare tali somme attraverso i canali ufficiali della ASL.
Un meccanismo che gli avrebbe consentito non solo di trattenere l’intero importo eludendo le trattenute obbligatorie, ma anche di percepire – indebitamente – le indennità aggiuntive legate al regime di esclusività, che vieta ai medici pubblici ogni attività professionale al di fuori delle strutture autorizzate.
Indagine ancora in corso
La vicenda è ora al vaglio dell’Autorità Giudiziaria, che proseguirà l’approfondimento sulle modalità di gestione delle visite intramoenia e sui controlli interni ai presidi sanitari pubblici.
Il caso riaccende i riflettori sul fenomeno delle cosiddette “visite in nero”, da tempo oggetto di verifiche mirate da parte dei Carabinieri del NAS, impegnati in tutta Italia a individuare criticità e abusi nel settore sanitario.




