Uno dei viali più belli e più antichi della città, frequentato – da sempre – da grandi e piccini; da qui passava spesso Umberto II di Savoia, il “Re di Maggio“, che alloggiava spesso in città, ospite dello storico convitto che ancora oggi porta il nome del suo titolo nobiliare.
Inizialmente il viale era intitolato al senatore anagnino Salvatore Gatti, ministro – per soli due mesi, nel 1941 – per gli Scambi e le Valute. Poi, per effetto dell’epurazione (forse immeritata, nel caso di Gatti, visto che si era rifiutato di aderire alla Repubblica Sociale Italiana), la strada prese il nome di viale “Giacomo Matteotti”.
Oggi, il viale resta – sì – uno dei luoghi più belli e conosciuti della città, con splendidi platani a fare da cornice verde, ma anche un posto con mille problemi da risolvere, ai quali basterebbe davvero poco per fare fronte.
In primis, la fontana – o ciò che ne resta – che si trova in fondo al viale, proprio di fronte alla sede del Liceo artistico “G. Colacicchi”: una discarica a cielo aperto, posto ideale per la formazione di zanzare ed altri insetti molesti. Per darle nuova vita basterebbe cambiarne la funzione: da fontana – che fontana, come detto, non è – potrebbe diventare una bella aiuola, semplicemente riempiendola di terra. Cosa si aspetta a farlo?
E, ancora: i famosi lampioni a forma di palla stanno lì dagli anni ’90. Qualcuno – come si evince dalle foto inviate a questa redazione dalla nostra affezionata lettrice Franca (che ringraziamo) – ormai è divenuto inutilizzabile e alcune delle palle, appunto, sono cadute a terra. “Stanno lì da diversi giorni – ci racconta Franca – e nessuno ancora ha avuto premura di rimuoverle”. Un obbrobrio, dal punto di vista estetico, ma anche dannose per l’ambiente in quanto quei residui potrebbero trasformarsi presto in microplastiche.
In ultimo, il segnale stradale a terra, anche questo da tempo immemore. Chissà se dopo la segnalazione di Franca qualcuno avrà cura di occuparsi della questione.