E’ uno degli istituti di Istruzione più prestigiosi e storici dell’intero territorio, da sempre fiore all’occhiello della città, della provincia di Frosinone e della intera regione. Dal 1930 garantisce vitto e alloggio ai ragazzi delle scuole del primo e secondo ciclo scolastico e, da qualche anno a questa parte, anche a studenti universitari, oltre al servizio di doposcuola per i semiconvittori che non alloggiano nella struttura.
Il Convitto “Principe di Piemonte” di Anagni, oggi gestito dall’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale, esprime un alto valore sociale: accompagnare i giovani nel loro percorso scolastico e umano, attraverso l’accoglienza e il supporto concreto alle famiglie che richiedono tale aiuto.
Tale valore – che dal 2012, anno della fusione tra INPS e INPDAP – è orgoglio e vanto del principale ente previdenziale del sistema pensionistico pubblico italiano rischia ora di decadere clamorosamente in ragione della significativa – e, almeno all’apparenza, immotivata – variazione del bando di ammissione per l’accesso residenziale e diurno al Convitto Principe di Piemonte per l’anno scolastico 2023-2024.
Il bando di prossima pubblicazione prevederebbe – infatti – un limite di 58 posti riservati agli utenti privati a fronte dei 180 posti previsti negli anni scolastici precedenti. Questa drastica diminuzione comporterebbe – se realizzata – un notevole disagio alle famiglie che lavorano e che da diversi anni si affidano alla struttura per la cura e lo studio dei propri figli, venendo accolti da personale qualificato e preparato. E a farne le spese – prioritariamente – sarebbero proprio i giovanissimi studenti che per anni hanno vissuto la struttura come una seconda casa.
All’interno della struttura, infatti, i bambini – oltre che a svolgere i compiti – possono praticare attività sportive e frequentare altri tipi di corsi.
“Da anni – spiega un gruppo di mamme che si sono rivolte al nostro giornale per denunciare questa situazione che ha dell’inverosimile – lasciamo i nostri figli in questo è che un ambiente protetto e accogliente; se il numero messo a bando non verrà modificato – se, quindi, dovessero restare solo 58 i posti disponibili per gli utenti privati – molti bambini rischierebbero di non usufruire più di tutto questo. Ciò creerebbe problemi seri ed importanti dal punto di vista emotivo e organizzativo per tantissime famiglie“.
Si legge, ancora, nella nota inviata dalle mamme alla nostra redazione: “tra noi ci sono mamme di bambini diversamente abili che per anni hanno usufruito del Convitto, trovando un valido aiuto sia dal punto di vista didattico che relazionale. Questi bambini fino ad oggi hanno usufruito di un rapporto 1 a 1 avendo a disposizione un educatore che dedicava il suo tempo alla loro crescita personale. La struttura – il Convitto “Principe di Piemonte” – è un punto di riferimento imprescindibile per tante famiglie; è per questo motivo che noi tutte riteniamo che il numero di 58 posti per i privati sia assolutamente penalizzante come penalizzante è il rapporto 1/20 per i ragazzi speciali che l’Ente dovrebbe tutelare soprattutto in mancanza di altre strutture“.
La riduzione dei posti riservati agli utenti privati (i restanti, lo ricordiamo, spettano ai figli dei dipendenti pubblici) comporterebbe – di fatto – non solo i summenzionati disagi alle famiglie ma anche – aspetto non secondario – una assai probabile riduzione del personale in servizio, attualmente composto da diverse decine di unità, tutte professionalmente e umanamente preparate e capaci ad affrontare questo tipo di lavoro.
Della questione si stanno interessando – in queste ore – anche Daniele Natalia e Antonio Corsi, rispettivamente sindaco di Anagni e sindaco di Sgurgola e consigliere del vicepresidente del Consiglio dei ministri e ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale Antonio Tajani; lo stesso Corsi, nella giornata di oggi – 11 agosto 2023 – ha ufficialmente richiesto un incontro con i vertici della struttura per chiedere conto del taglio deciso dall’ente.
articolo a cura di Ivan Quiselli