Un dolore profondo per l’Arma dei Carabinieri
L’addio al maresciallo Raffaele Viti lascia un vuoto incolmabile
Il mondo dell’Arma dei Carabinieri e l’intera comunità si stringono nel dolore per la scomparsa improvvisa del maresciallo Raffaele Viti. Ricoverato a seguito di un malore che sembrava poter essere superato, il cuore del sottufficiale non ha retto, lasciando sgomenti familiari, colleghi e amici.
Originario di Veroli, Viti ha dedicato la sua vita alla divisa, servendo con dedizione assoluta e profonda professionalità. Nel corso della sua carriera, ha prestato servizio nelle stazioni dei Carabinieri di Anagni e Paliano, dove ha ricoperto anche il ruolo di comandante, dimostrandosi sempre un punto di riferimento per i cittadini e un baluardo di legalità.
Un uomo di valore, un servitore dello Stato
Una carriera segnata dall’impegno e dal sacrificio
La figura del maresciallo Raffaele Viti si distingue non solo per il servizio quotidiano prestato con responsabilità e rigore, ma anche per il suo coinvolgimento in operazioni di estrema delicatezza. Viti ha infatti partecipato ad azioni cruciali contro la criminalità organizzata e il terrorismo, dimostrando coraggio, sangue freddo e un incrollabile senso del dovere.
Chi lo ha conosciuto ne ricorda la fermezza nei momenti più critici, ma anche la profonda umanità con cui si rapportava a colleghi e cittadini. Era un uomo che non si risparmiava mai, mettendo sempre al primo posto la sicurezza della comunità e il rispetto della legge.
Un’eredità che rimane
Il ricordo di un uomo giusto e generoso
La notizia della sua scomparsa ha lasciato un segno indelebile in tutti coloro che hanno avuto il privilegio di lavorare al suo fianco o di conoscerlo. I colleghi dell’Arma, gli amici e la cittadinanza lo ricordano con affetto e gratitudine.
Nel corso della sua carriera, il maresciallo Viti ha incarnato i valori più alti della divisa, diventando un esempio per le nuove generazioni di carabinieri. Il suo sacrificio e la sua dedizione resteranno impressi nella memoria di chi lo ha stimato, nella consapevolezza che uomini come lui lasciano un’eredità morale che va oltre la loro esistenza.
Il ricordo commosso delle nipoti
Silvia, Sara e Beatrice salutano il nonno con una lettera commossa affidata al nostro giornale
Nonno ci lascia in maniera inaspettata, dopo circa un mese da quando era entrato in ospedale. Non possiamo scegliere quando e come lasciare questa terra ma certo è che siamo venuti al mondo per nascere, vivere e morire. Quando nasciamo attorno a noi ci sono i nostri genitori, i nostri familiari più cari, i nostri nonni e quando ce ne andiamo a dover accompagnare i propri genitori, sono i figli e i nipoti proprio come hanno fatto loro; Abbiamo pregato tanto affinché non capisse che il tempo stava finendo e alla fine forse è stato così. Le parole dei medici, di certo non confortanti, ci hanno portato a pensare al fatto che sarebbe accaduto, prima o poi. Questo è un altro dei regali che mio nonno ci ha fatto: andarsene dolcemente anche se non ci si abitua mai a certe idee.
Fino all’ultimo giorno ci ha ripetuto che l’importante per lui era che stavamo bene noi, la sua famiglia.
Ha avuto una vita piena di successi personali e professionali, credeva tantissimo nel suo lavoro che è stato al centro di ogni suo pensiero, sempre. La stima dei suoi colleghi al suo funerale ne è la testimonianza; una vera e propria celebrazione del mio amatissimo nonno. Duro, con la schiena dritta, concreto, pragmatico, di pochi convenevoli e di poche parole ma con un cuore grande. La caserma se la portava a casa ogni giorno. Ci ha dato valori e sani principi; ha avuto due bei figli, una moglie meravigliosa, due nuore modello e noi che possiamo dire di avergli dato qualche soddisfazione.
È bello pensare che le persone che se ne vanno continuano a vivere dentro di noi, non solo nei nostri pensieri ma nei nostri sguardi, nei nostri modi di fare e di parlare e nei movimenti dei nostri volti.
Hai fatto tanto e in punta di piedi ci hai salutato come il fiume quando entra nel mare, come una farfalla quando si posa sul vetro di una finestra. Da oggi nonno non sarai più dov’eri; ma sarai dove saremo noi, sempre.
Le tue nipoti