A seguito delle notizie diffuse dagli organi di informazione locali e nazionali in ordine ad un episodio di intolleranza in danno di cittadini cinesi asseritamente verificatosi a Frosinone, la Questura ha dato immediatamente avvio, fin dalla serata di ieri, ad approfonditi accertamenti volti a verificare la fondatezza dell’informazione ed individuare gli eventuali responsabili delle illegalità descritte.
Le ricerche effettuate dalla D.I.G.O.S. hanno consentito di chiarire che il professore che aveva reso pubblico l’episodio informando i giornalisti nel corso di un’estemporanea conferenza stampa non aveva la conoscenza diretta degli accadimenti ma aveva riferito informazioni raccolte da un’altra professoressa.
Quest’ultima a sua volta aveva appreso da un generico racconto di una studentessa cinese dell’Accademia di Belle Arti secondo che su una chat seguita esclusivamente da suoi connazionali, un altro giovane cinese aveva fatto riferimento a non meglio descritti episodi di intolleranza verso cittadini cinesi che sarebbero accaduti a Roma.
Il contenuto di tale conversazione in chat si sarebbe trasformato nella sassaiola a Frosinone a causa di una errato utilizzo del traduttore di Google da parte della studentessa.
Alla luce degli approfondimenti esperiti, pertanto, la notizia diffusa dal professore va considerata totalmente priva di fondamento. Lo stesso è stato segnalato all’A.G. per procurato allarme.
“Come avevamo preannunciato, appena la falsa notizia della sassaiola aveva iniziato a circolare – ha dichiarato il sindaco di Frosinone, Nicola Ottaviani – questa si è rivelata l’ennesima fake, anzi, meglio in italiano, ‘bufala’, dietro la quale docenti e politici, soprattutto se interpretano il ruolo di classe dirigente, non dovrebbero mai andare, attendendo approfondimenti e accertamenti prima di abbandonarsi alle chiacchiere da bar. Ora che gli inquirenti hanno attivato un procedimento penale per procurato allarme, è opportuno astenersi da ogni ulteriore commento, nel rispetto di quelli che saranno gli sviluppi giudiziari della vicenda. Magari, nelle more di un procedimento destinato a durare tempo – tenuto conto, anche, dell’ultima ‘perla’ legislativa del Governo sulla sospensione della prescrizione nel processo penale – per non perdere tempo e riparare, almeno in parte, i danni di immagine arrecati all’Accademia di Belle Arti, agli studenti italiani, europei e cinesi che la frequentano, oltre che alla immagine della Ciociaria, quei docenti e quei politici incauti che si sono affrettati ad agitare i soliti spettri del razzismo e della xenofobia, diano il buon esempio, iniziando a chiedere scusa per la propria leggerezza, magari rimboccandosi concretamente le maniche, semel in anno, per il nostro territorio”.