La fase 2 si avvicina così come la possibilità di riaprire da parte di bar, ristoranti, negozi di abbigliamento, attività commerciali, servizi e turismo. Le incognite però sulle modalità che dovranno essere adottate sono alte ed il timore di dover subire altri mesi di perdite da parte dei commercianti è alto. Il responsabile della sede territoriale della Uiltucs di Frosinone Luigi Canali analizza il momento sollevando i dubbi e le perplessità che giungono dagli addetti del comparto produttivo ciociaro: “Le attività sono ferme ormai da settimane – sottolinea Canali – e le perdite economiche si fanno sempre più ingenti. I nostri uffici stanno lavorando le pratiche per la cassa integrazione e raccolgono le difficoltà di tutti i commercianti che hanno mutui ed affitti da pagare e si chiedono come sarà la ripresa?”. I punti interrogativi sono molteplici. “Ci chiediamo come, ad esempio, possa organizzare gli spazi un ristorante che al suo interno contenga 40/50 coperti. Secondo le norme di oggi al massimo una decina alla volta che chiaramente non basterebbero a coprire le spese. Stesso discorso per bar e altre attività che saranno costrette a scaglionare le entrate. Senza pensare ai disagi per la clientela che, a quel punto, opterebbe per mangiare a casa”. Difficile, dunque, recuperare questa stagione: “Con l’annullamento di cerimonie ed eventi, l’impossibilità di accogliere turisti dall’estero, e le difficoltà organizzative degli stabilimenti balneari, purtroppo l’anno 2020, a nostro avviso, non potrà essere salvato. L’auspicio è che il Governo possa mettere in previsione finanziamenti per limitare le perdite delle attività, una liquidità maggiore per evitare fallimenti e perdita di posti di lavoro. È questo che come Uiltucs chiediamo da settimane, perché oggi l’aiuto statale è l’unica strada per pensare di poter resistere e programmare con maggiore tranquillità la ripresa nei prossimi mesi”.
Bar, ristoranti, stabilimenti balneari, attività commerciali in genere: la ripresa è alle porte ma con quali modalità?
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