Questi alcuni degli slogan scolpiti sui cartelli che i lavoratori e i rappresentanti dell’UGL Chimici di Frosinone hanno mostrato davanti ai cancelli della Sanofi di Anagni nella nuova manifestazione a sostegno dei dieci dipendenti in staff leasing, a cui l’azienda ha dato il benservito, senza alcuna spiegazione, dopo molti anni di servizio. Una manifestazione che fa seguito a quella della scorsa settimana, iniziative che andranno avanti fin quando il management dell’industria farmaceutica non tornerà sui propri passi.La Sanofi gode di ottima salute, sta facendo investimenti sul sito di Anagni e, per questi motivi, la decisione appare ancor più incomprensibile.Così il Segretario Provinciale UGL Chimici Marco Colasanti: “Non ci fermeremo, la protesta in Sanofi continuerà, oggi siamo qui per gridare a gran voce quello che sta accadendo. Non capiamo come sia possibile che in un’azienda farmaceutica di questo calibro, si verifichi una situazione del genere; di solito le Big Pharma, paventano un’attenzione particolare verso i lavoratori e loro famiglie, in questo caso la situazione sembra essersi invertita, si abbandonano al loro destino persone che hanno speso una fetta importante della loro vita lavorativa in questo stabilimento e tutto ciò proprio a ridosso del Natale. Il paradosso è che parliamo di un’azienda che investe, che continua ad assumere e che ha decine di migliaia di dipendenti in tutto il mondo; il problema sono 10 lavoratori, il 50% donne tra l’altro, che si sono guadagnati con il loro sudore e tanti anni di lavoro un posto stabile? È inconcepibile. Siamo disposti se necessario a raggiungere anche la sede principale in Francia, non sappiamo se i vertici della compagnia siano a conoscenza di questa situazione. Martedì saremo nuovamente davanti allo Stabilimento di Anagni per una nuova iniziativa”.
Spiega il Segretario Provinciale Ugl Frosinone Enzo Valente: “questi lavoratori che hanno dato tanto all’azienda sono stati liquidati con una semplice dichiarazione verbale. Chi guida Sanofi ad Anagni deve dire la verità, non può raccontare ai vertici internazionali dell’azienda che questi erano progetti a breve termine, quando invece qualcuno è durato anche 15 anni. Torneremo martedì prossimo a protestare, e se sarà necessario ci recheremo a Parigi a parlare direttamente con il management dell’azienda farmaceutica”. Accorato l’appello di uno dei lavoratori, Roberto Cori, da 10 anni impiegato ad Anagni: “ci stanno mandando via senza una spiegazione, a 45 anni mi trovo fuori dal mercato del lavoro e sappiamo che in Italia non è facile trovare un nuovo impiego. Per di più ho una famiglia, un mutuo da pagare e tante spese che non potrò più affrontare. Chiediamo all’azienda di essere reintegrati nel posto che ci spetta e che ci siamo meritati con l’impegno profuso in questi anni”.