Da un lettore di anagnia.com, residente nella zona di via Ciavattino, riceviamo la nota che segue e che pubblichiamo in forma integrale e senza modifiche:
Un fiume d’acqua sgorga dalla conduttura idrica pubblica dal pomeriggio di venerdì 6 luglio in via Clavattino n.24. Oggi, sabato 6 luglio, alle ore 14.00 nessuno si è fatto ancora vivo per provvedere, nonostante le numerose segnalazioni.
Facciamo presente che il costo di queste perdite ricade sull’intera popolazione, nonostante il costo della fornitura idrica nella provincia di Frosinone sia uno dei più cari d’Italia.
La società Acea Ato 5 mette in bolletta il costo per il progressivo rinnovamento della rete idrica, ma ogni volta si assiste a semplici rattoppi di tubazioni fatiscenti, che dopo poco tempo tornano alle regolari perdite.
Alcuni tratti visti e fotografati da me e da altri cittadini mostrano tubazioni di acciaio zincato vecchie di 60/70 anni completamente corrose dalla ruggine, con decine di rattoppi in tratti di pochi metri.
Va fatto notare che i punti critici sono collocati nelle stesse aree, perlopiù in tratti dove c’è una pendenza accentuata in cui la pressione, unita alla fatiscenza delle tubature, dà luogo a rotture periodiche in particolare in occasione di sbalzi di pressione, come i cosiddetti “colpi d’ariete”, quando l’acqua viene chiusa e riaperta.
Come spiegato dagli stessi operatori Acea Ato 5, dove si presenta un dislivello di circa 50 metri, dovrebbe essere operativo un “riduttore di pressione”. Invece davanti a casa mia c’è un pozzetto relativo, che è stato nascosto sotto all’asfalto (non so da chi).
In occasione di una perdita idrica, gli operatori Acea Ato 5 l’hanno riparata con la solita toppa, ma rispetto alle mie richieste di ripristinare il riduttore di pressione e renderlo ispezionabile, mi hanno spiegato che loro non avevano il mandato per farlo, perché erano lì solo per la semplice riparazione.
Sarebbe necessario, come in qualsiasi intervento serio, che venisse un tecnico per valutare ed autorizzare il da farsi, come ripristinare il pozzetto o sostituire un tratto di tubazione palesemente inconsistente.
Di fronte ad un tale modo di fare manutenzione, sarebbe necessario che l’amministrazione comunale, socio di maggioranza dell’azienda idrica (insieme ad altri circa novanta comuni), facesse sentire la sua voce, per la sollecitudine degli interventi e per il modo stesso di intervenire.