Di seguito, pubblichiamo integralmente e senza modifiche la nota inviata a questa redazione dai responsabili del gruppo “LiberAnagni”:
Come anticipato, nel consiglio comunale del 19/11/2024 questo gruppo ha deciso di farsi portavoce di una mozione sulla tutela umanitaria, il cessate il fuoco e il riconoscimento dello Stato di Palestina.
In linea con altre iniziative approvate a livello locale in tutta Italia, la nostra mozione chiedeva al Comune di farsi portavoce presso il Governo Italiano delle seguenti richieste:
- Il cessate il fuoco a Gaza, in Cisgiordania e in Israele
- Lo sblocco degli aiuti umanitari alla popolazione civile di Gaza
- Il riconoscimento dello Stato di Palestina
La situazione attuale in Medio Oriente è tra le più drammatiche della storia recente, con innumerevoli vittime e una crescente emergenza umanitaria. Quello che abbiamo cercato di fare con questa mozione è stato provare a formulare una richiesta di pace da parte della nostra città, anche in vista dell’imminente passaggio del G7 ad Anagni, che avrebbe potuto essere un segnale forte. Ricordiamo che tra i temi centrali del G7 c’è anche la situazione dei conflitti in Medio Oriente.
Al contrario di quanto hanno riportato durante la seduta alcuni consiglieri di maggioranza, la mozione non è priva di fondamento o superflua e, di certo, non meritava l’ironia espressa dalla Giunta al termine della discussione. Meritava anzi di essere illustrata adeguatamente, possibilità che il Presidente del Consiglio Comunale ha negato al Consigliere Santovincenzo.
La mozione è stata respinta principalmente a causa dell’opposizione del Sindaco, che ha ritenuto il Consiglio Comunale di Anagni non fosse la sede adatta per affrontare tali tematiche, poiché privo degli strumenti necessari per esprimersi sul tema del riconoscimento dello Stato di Palestina. Come già riportato in Consiglio Comunale, la capacità di affrontare queste questioni non è prerogativa di LiberAnagni o del Consigliere Santovincenzo, ma spetta agli organi internazionali competenti, come l’ONU e il Parlamento Europeo. In particolare, quest’ultimo, in una sua risoluzione del 2014 “pone in evidenza che l’unica soluzione possibile al conflitto è la coesistenza di due Stati, Israele e Palestina”. Tale affermazione sottolinea che il cessate il fuoco, se non accompagnato dal riconoscimento dello Stato di Palestina, rappresenterebbe una soluzione temporanea e non definitiva.
Riteniamo inoltre che, se il problema fosse stato limitato a una divergenza su questo punto, si sarebbe potuto emendare la mozione per approvare almeno le richieste più urgenti: cessate il fuoco e sblocco degli aiuti umanitari. Anche questo sarebbe stato un gesto significativo.
Infine, riteniamo importante sottolineare che presentare questa mozione non è stato un atto di “sciacallaggio”, come lasciato velatamente intendere da un consigliere di maggioranza, ma un invito chiaro a non voltarsi dall’altra parte di fronte alla sofferenza e alla morte di altri esseri umani. Continueremo a lavorare per rappresentare le istanze di chi crede nella pace e nella dignità umana.