È iniziata alle prime luci del giorno l’operazione condotta dai Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Frosinone, che ha portato all’esecuzione di tre misure di custodia cautelare in carcere nei confronti di altrettanti soggetti. Il blitz, frutto di un’attività investigativa minuziosa e articolata, è stato coordinato dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Roma, che ha disposto l’intervento dopo mesi di indagini su un presunto sodalizio criminale radicato nel territorio
Le accuse rivolte agli arrestati sono tra le più pesanti previste dal codice penale: estorsione, sequestro di persona a scopo estorsivo, tortura aggravata, nonché detenzione e porto illegale di armi da fuoco. Secondo quanto emerso dalle indagini, le vittime sarebbero state sottoposte a gravi minacce, violenze e costrizioni fisiche finalizzate a ottenere denaro e altre utilità economiche. Un quadro inquietante che ha spinto la DDA di Roma a chiedere con urgenza l’applicazione della misura detentiva più severa.
A guidare l’attività investigativa è stata la Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Roma, che ha operato in stretta sinergia con i Carabinieri del Comando Provinciale di Frosinone. L’azione odierna rappresenta l’epilogo di un lavoro investigativo lungo e complesso, che ha permesso di individuare e circoscrivere una rete di presunti criminali ritenuti responsabili di una lunga serie di atti violenti e intimidatori. Un risultato che testimonia ancora una volta l’efficacia della collaborazione tra procure specializzate e forze dell’ordine.
L’operazione di oggi segna un punto importante nella lotta alla criminalità organizzata nel territorio della provincia di Frosinone. Le attività condotte dal Nucleo Investigativo e coordinate dalla Procura Antimafia di Roma dimostrano l’impegno costante delle istituzioni nella difesa della legalità e nella protezione dei cittadini da fenomeni di criminalità violenta e strutturata. Il blitz non solo ha portato all’arresto di tre individui ritenuti pericolosi, ma ha anche lanciato un messaggio chiaro: lo Stato c’è, vigila e interviene con determinazione.