Roma si prepara ad accogliere un appuntamento culturale che promette di toccare le corde più profonde dell’anima contemporanea. Dal 24 agosto al 10 settembre 2025, la capitale ospiterà l’ottava edizione di “Di là dal fiume”, il festival che ha saputo conquistarsi un posto d’onore nel panorama artistico romano per la sua capacità di coniugare qualità artistica e impegno sociale.
Ideato e prodotto dall’associazione culturale Teatroinscatola sotto la sapiente direzione artistica di Lorenzo Ciccarelli, il festival quest’anno affronta una sfida ambiziosa: esplorare il delicato e cruciale rapporto tra arte e diritti umani. Non si tratta di una scelta casuale, ma di una presa di posizione netta in un momento storico in cui temi come cambiamento climatico, migrazioni, detenzione, inclusione, emergenze umanitarie, povertà e malattia mentale richiedono una riflessione urgente e profonda.
Un Cinema che guarda il mondo
La novità più significativa di questa edizione è l’introduzione di una sezione cinema, resa possibile dalla preziosa collaborazione con Francesco Cordio, regista e direttore del prestigioso Human Rights International Film Festival che si svolge in Umbria, e con Testaccio Estate. Una sinergia che ha permesso di arricchire il palinsesto con opere cinematografiche di straordinario valore artistico e umano.
L’apertura del festival, il 24 agosto presso la Città dell’Altra Economia (CAE), è affidata a un capolavoro del cinema contemporaneo: “Io capitano” di Matteo Garrone. Il film, insignito del David di Donatello per miglior film e migliore regia 2024 e del Leone d’argento per migliore regia 2023, racconta con potenza narrativa straordinaria l’odissea di due giovani senegalesi che affrontano il pericoloso viaggio verso l’Europa, attraversando le insidie del deserto, gli orrori dei centri di detenzione libici e i pericoli del mare.
Il 25 agosto sarà la volta de “Lo Stato della Follia” di Francesco Cordio, un documentario-inchiesta che squarcia il velo sui manicomi giudiziari italiani. L’opera intreccia testimonianze dirette di ex-internati con riprese realizzate senza preavviso in questi luoghi troppo spesso “dimenticati” dalla società civile.
Il 27 agosto chiuderà il trittico cinematografico con “Cesare deve morire” dei fratelli Taviani, Orso d’oro alla Berlinale 2012 e vincitore di 5 David di Donatello tra cui miglior film e migliore regia. L’opera documenta il straordinario esperimento teatrale realizzato nel carcere di Rebibbia, dove un gruppo di detenuti mette in scena il “Giulio Cesare” di Shakespeare. La proiezione sarà preceduta da un incontro con Giovanna Taviani, occasione preziosa per approfondire i retroscena di questa esperienza cinematografica unica.
Arte visiva e installazioni
Dal 24 al 27 agosto, il palco della CAE ospiterà l’installazione “Roma Città Aperta” dell’artista Wang Yuxiang. L’opera, che ricrea un grande fermaporta in legno fuori scala, vuole evocare una porta immaginaria che si apre e rimane aperta in modo permanente, metafora potente di accoglienza e apertura verso l’altro.
I luoghi della memoria e dell’impegno
La scelta dei luoghi che ospiteranno il festival non è casuale, ma risponde a una precisa logica tematica. La Città dell’altra Economia, teatro delle proiezioni cinematografiche, rappresenta uno dei primi spazi europei interamente dedicato alle pratiche economiche sostenibili, che privilegiano processi a basso impatto ambientale e un’equa distribuzione del valore.
Il 2 settembre sarà protagonista Dario D’Ambrosi, fondatore e direttore artistico del Teatro Patologico. Dal 1992, questa straordinaria realtà si occupa di creare un ponte tra teatro e malattia mentale, lavorando con ragazzi affetti da gravi problemi psichici. Un impegno sociale così significativo che il Teatro Patologico è stato invitato a rappresentare l’Italia presso le Nazioni Unite (ONU) a New York per affrontare il tema della disabilità su scala mondiale.
Il 4 settembre condurrà i partecipanti alla scoperta del Parco del Santa Maria della Pietà e delle installazioni del Museo della Mente, un museo di narrazione della ASL RM 1 che documenta la storia dell’istituzione manicomiale, offrendo una riflessione profonda sull’evoluzione del trattamento della malattia mentale.
Riscoprire spazi storici
Il festival rappresenta anche un’occasione unica per riscoprire luoghi che hanno segnato la storia del teatro di ricerca romano. Il 5 settembre, grazie alla disponibilità della Asl Roma 1, l’incontro si terrà nel Complesso Monumentale del Santo Spirito in Sassia, dove aveva sede la mitica compagnia D’Origlia Palmi. Sarà proiettato il documentario “Ombre lucenti” di Nino Bizzarri, preceduto da una presentazione di Federico Primosig, co-curatore di “Si può solo dire nulla” e membro dell’associazione “L’Orecchio Mancante”.
Il 6 settembre, alle 12, il Cinema Azzurro Scipioni ospiterà “Storie d’Africa” di Piero Cannizzaro, un documentario che racconta storie di speranze e sogni, di fallimenti e successi, di chi vorrebbe partire verso l’Europa e di chi è tornato, riuscendo a ricostruirsi una vita dignitosa nel proprio paese.
Natura e Poesia
L’Orto Botanico di Roma farà da cornice, domenica 7 settembre alle 16.30, alla lettura de “I delfini saltano” del poeta Giuseppe Conte, una favola ecologica interpretata da Arianna Ninchi, Pippo Di Marca e Francesco Suriano. Un momento di riflessione poetica sui temi ambientali in uno dei luoghi più suggestivi della capitale.
Musica per i Diritti
Lunedì 8 settembre, alle 21, sarà la volta dell’Upter, Università Popolare di Roma, che in quarant’anni di attività ha sostenuto centinaia di migliaia di persone di tutte le età e culture. Qui si esibirà il Coro Singers for Emergency che, sposando la causa di Gino Strada, canta di diritti umani e importanti tematiche sociali attraverso il messaggio universale della musica.
Un viaggio nella Storia
Il gran finale, il 10 settembre, porterà i partecipanti alla scoperta delle carceri femminili del Complesso Monumentale di San Michele a Ripa Grande. Grazie alla disponibilità dell’Istituto Centrale per il Restauro, sarà possibile visitare le carceri costruite nel 1735 per volere di papa Clemente XII, un tuffo nella storia carceraria che offre spunti di riflessione ancora attuali sui temi della detenzione e della giustizia.
Con 11 eventi distribuiti in 8 spazi urbani diversi, tutti a ingresso gratuito, “Di là dal fiume” si conferma come uno degli appuntamenti culturali più democratici e accessibili della capitale, capace di coniugare alta qualità artistica e forte impegno sociale.
INFORMAZIONI PRATICHE Di là dal fiume – VIII edizione Dal 24 agosto al 10 settembre 2025 Ingresso libero a tutti gli eventi Informazioni e prenotazioni: info@teatroinscatola.it