Dopo il grande successo ottenuto con lo spettacolo “Il Bugiardo” di Carlo Goldoni, riadattato da Mauro Ascenzi con dialoghi in dialetto anagnino, torna di nuovo in scena la Compagnia Teatrale “T.O.C.” diretta da Monica Fiorentini ai giardini di Palazzo Gatti/Ciprani di Anagni.
“Gente d’osteria”, questo il titolo dello spettacolo allestito in omaggio al grande Fiorenzo Fiorentini, attore straordinario, sceneggiatore e compositore, a venti anni dalla sua morte, vedrà la partecipazione – oltreché della stessa Monica Fiorentini nel duplice ruolo di attrice e regista – di Rachele Anzellotti, Mauro Ascenzi, Emanuele Capecelatro, Patrizia Cesari, Andrea Ciaralli, Samuele Moro, Serena Sansoni e Stefano Serra, con musiche dal vivo a cura di Francesco Tàttara e Serena Sansoni.
Queste le date: 27, 28, 29, 30 e 31 luglio, a partire dalle ore 21.00 ai Giardini di palazzo Gatti/Ciprani, lungo corso Vittorio Emanuele di Anagni. Informazioni e prenotazioni al numero 3343965733.
SINOSSI
Uno spettacolo che intende riportare sulla scena un mondo che alcuni forse ricordano e che altri, più giovani, disconoscono, ma che vive e si rivela egualmente nello spirito della gente di Roma e dei suoi dintorni, ancora oggi.
La terrazza della villa aristocratica della Marchesa, Donna Prassede Piccolomini dei Marchesi di San Gottardo Scassaquindici, affaccia sulla campagna romana.
La nobildonna, degna del suo titolo in quanto a signorilità è del tutto inconsapevole della sua abissale ignoranza e s’intrattiene in amena conversazione con un duca ciarliero, acculturato e informatissimo sugli ultimi accadimenti mondani della capitale.
Poco distante c’è l’Osteria del Tempo Perso, tenuta dalla Sora Sabella, un’ostessa saggia e scanzonata, sempre pronta a dispensare ai suoi avventori consigli e rimedi contro tutti i malanni, compreso il “mal d’amore”.
Al servizio della Marchesa, Donna Prassede, un paggio astuto con un curioso difetto di pronuncia che fa la spola tra la “Villa” e l’osteria: è lui che ascolta le conversazioni dei due nobili e le riporta all’osteria.
Due punti di vista, quello degli ospiti del “palazzo” e quello dei frequentatori dell’osteria, due filosofie di vita, due mondi lontanissimi, che commentano gli stessi accadimenti: un contrappunto esilarante che si dipana attraverso una carrellata di curiosi personaggi, sonetti, gags, filastrocche, stornelli che testimoniano la vitalità, il senso dell’umorismo e lo spirito profondamente popolare della romanità.