“A distanza di quasi due mesi dal consiglio comunale del 24 giugno, mentre a Sgurgola il Consiglio Comunale ha deliberato l’opposizione al progetto di biodigestore da 84mila t/a in loc. Selciatella, ad Anagni ancora non è stato espresso un voto, visto che il Presidente del Consiglio Davide Salvati ha deciso che si dovesse convocare una seduta “non deliberativa””; comincia così la nota inviata a questa redazione dal Circolo Legambiente Anagni, dal movimento “Crescita Comune”, dall’associazione “Quartiere Cerere” e dal comitato “No al biodigestore di Anagni”.
Si legge, poi, nella nota: “è acclarato che il Sindaco abbia espresso un parere in conferenza di servizi, tra le altre cose, privo di istruttoria presso l’ufficio ambiente e contrario alla delibera n. 8 del 2017 di moratoria sugli impianti di trattamento di rifiuti ad Anagni. Quindi, appare possibile sia revocare tale atto del Sindaco in autotutela, sia procedere al ricorso al TAR avverso la pronuncia di compatibilità ambientale resa dalla Regione Lazio il 10 giugno, atti che possono essere imposti al Primo Cittadino con una apposita deliberazione di Consiglio Comunale. Poiché i termini per il ricorso al TAR sono in scadenza per i primi di settembre, è necessario che a tutela degli interessi collettivi venga convocato a brevissimo un consiglio comunale straordinario“.
“Rinnoviamo, pertanto, l’accorato appello al Presidente Salvati ed a tutti i consiglieri comunali, fermo restando che basta la richiesta di un quinto dei membri, di convocazione di un consiglio comunale straordinario di Anagni, da tenersi il prima possibile e comunque in data utile per consentire l’eventuale tempestivo ricorso giudiziario dell’ente. Rinnoviamo anche l’appello ai consiglieri contrari al biodigestore ad avanzare per tale seduta consiliare una proposta di deliberazione analoga a quella resa dal Comune di Sgurgola il 30 luglio, ossia volta a: esprimere la ferma contrarietà e opposizione alla realizzazione dell’impianto in questione per i potenziali rischi di inquinamento e per le conseguenze negative che lo stesso potrebbe arrecare al territorio ed alla salute delle persone, in mancanza di comprovati benefici per la collettività; dare mandato al Sindaco e alla Giunta Comunale di adottare tutti gli atti opportuni e necessari per impedire la realizzazione dell’impianto in questione, inclusi gli atti di iniziativa politica a tutti i livelli occorrenti, dal livello locale a quello regionale e nazionale, le azioni ed iniziative di competenza comunale presso la partecipata società SAF s.p.a. ed il ricorso ad ogni tempestiva ed idonea azione legale volta ad ottenere l’annullamento della determinazione della Regione Lazio del 10/06/2021 e di tutti gli atti presupposti, connessi e conseguenti, previa revoca in via di autotutela dei pareri favorevoli espressi nella procedura di valutazione di impatto ambientale”.
“Ricordiamo che i consiglieri comunali hanno prerogative e doveri ben precisi, per cui è giusto e doveroso che gli stessi prendano posizione su una questione così delicata e che non lascino decorrere i termini per il ricorso al TAR. Si confida pertanto nel senso di responsabilità di chi ci rappresenta. Si invitano, infine, gli altri comitati e associazioni contrari al progetto a condividere l’appello e ad aderire al comitato di associazioni, organismi e liberi cittadini“.