Una città che, anche storicamente, ha sempre dimostrato vicinanza ed attenzione nei confronti di chi era in difficoltà e i cui cittadini hanno sempre fatto dell’accoglienza e della ospitalità il loro punto di forza; una città che, invece, stavolta ha dovuto assistere con rabbia ed impotenza ad un atto vile, esecrabile, senza giustificazione: l’aggressione – sei contro uno – nei confronti di un giovane extracomunitario, forse colpevole solo di avere il colore della pelle diverso.
Ferentino, lo ricordiamo, fu insignita quasi venti anni fa della medaglia d’oro al merito civile, con la seguente motivazione:
“Centro strategicamente importante per il collegamento tra la S.S. Casilina con Cassino, durante l’ultimo conflitto mondiale fu obiettivo di ripetuti e violentissimi bombardamenti che procurarono quattrocento vittime civili e la quasi totale distruzione dell’abitato. Le Comunità religiose locali offrivano poi un’ammirevole prova di generoso spirito di solidarietà, prodigandosi in aiuto di numerosi fuggiaschi e di quanti volevano intraprendere, con gran coraggio e spirito di sacrificio, la difficile opera di ricostruzione“. Ferentino, 1943 – 1944
Un riconoscimento che stride con quanto accaduto nei giorni scorsi, venuto alla luce solo grazie al lavoro impegnato e responsabile dei Carabinieri della locale Stazione, e che la totalità della cittadinanza condanna senza mezzi termini.
Condanna unanime bipartizan anche dal mondo politico locale che parla di “aggressione vigliacca ed infame”; da registrare il commento del capogruppo della Lega al consiglio comunale Maurizio Berretta che parla di “fatto inaccettabile ed inquietante, se si pensa che sia successo nella piazza centrale di un paese, oltretutto a Natale. Se nel 2022 stiamo ancora a condannare questi gravi fatti, qualcosa allora nella società non ha funzionato. Ancor più grave se l’aggressione del “branco” sia avvenuto per motivi a sfondo razziale. Dobbiamo aumentare ancor di più il nostro impegno istituzionale affinché si alzi l’asticella nel contesto culturale e sociale. I soggetti cosidetti “fragili” vanno sostenuti e tutelati, vanno resi protagonisti della loro vita”.
Dal canto suo, il sindaco avv. Antonio Pompeo – anche contattato dal nostro giornale attraverso il suo ufficio stampa – ha preferito affidare il proprio commento ad un breve ma significativo post su Facebook: