Gavignano torna a rendere omaggio a uno dei suoi figli più eroici, il cui sacrificio a Col Di Lana, a ottobre 1915, ancora oggi – a tantissimi anni di distanza – emoziona e commuove. Angelo Cerbara, questo il suo nome, “sprezzando il fuoco violento di artiglieria e fucileria – è scritto nella motivazione del conferimento della medaglia d’argento – prestava il conforto della Fede e della religione ai numerosi feriti del suo reggimento. Mirabile esempio di sacerdote e di soldato, nell’esercizio della sua alta missione lasciava la vita sul campo dell’onore“.
Nato a Gavignano il primo maggio del 1888, Angelo era figlio di Luigi, falegname e di Anna Vari, casalinga trentenne di origini anagnine. Egli fu il primo cappellano militare italiano a cadere nella Grande Guerra. Il 22 ottobre 1915 fu ferito mortalmente da una granata sulle montagne di Livinallongo, nel bellunese, mentre assisteva dei commilitoni feriti, morì l’indomani a 27 anni, lasciando un percorso di vita esemplare che già nel 1908 lo aveva visto accorrere assieme all’esercito ad assistere la popolazione di Messina devastata dal terremoto che causò 100.000 morti. Di lui Piero Capozi, giornalista e studioso di storia locale, ha ricostruito in modo agile la biografia con documenti originali, alcuni del tutto inediti, nel volume “Un cappellano eroico. Padre Angelo Cerbara primo cappellano militare morto nella Grande Guerra“.
Nei giorni scorsi Angelo Cerbara è stato ricordato nella sua Gavignano nel corso dell’iniziativa organizzata da don Claudio Recchiuti, cappellano militare della Legione dei Carabinieri di Abruzzo e Molise, alla quale hanno preso parte numerosi cittadini gavignanesi, il sindaco Ivan Ferrari e le autorità cittadini, il comandante della Compagnia dei Carabinieri di Colleferro Vittorio Tommaso De Lisa, il comandante della Stazione dei Carabinieri di Gavignano Gaetano Sodano, e molte altre personalità del mondo politico, istituzionale e religioso.
Dopo la santa messa e dopo la commemorazione che si è tenuta nella cappella del cimitero dove riposa Angelo Cerbara presieduta da padre Antonio Zimbone e da don Giuseppe Graziano, l’evento si è concluso nella tarda mattinata con un interessante tavolo di studio allestito nella sede della pro-loco di Gavignano moderdato da don Luca Giuliani e che ha visto la presenza dello stesso don Claudio Recchiuti e di mons. Sergio Siddi, vicario generale militare.
Le spoglie mortali di Angelo Cerbara – lo ricordiamo – sono tumulate dal luglio del 1916 nel cimitero di Gavignano, il suo paese natale, che qualche anno più avanti dedicherà al suo nome e alla sua memoria una via cittadina.