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    Home » Anagni, l’assessore Carlo Marino replica a Luca Santovincenzo: “sul FCDE solo confusione e propaganda”
    Politica

    Anagni, l’assessore Carlo Marino replica a Luca Santovincenzo: “sul FCDE solo confusione e propaganda”

    dura presa di posizione dell’amministrazione comunale di Anagni: “il Fondo Crediti di Dubbia Esigibilità non è una sanatoria, ma uno strumento contabile obbligatorio. E sull’esternalizzazione del servizio tributario, nessuna svendita, ma scelte responsabili e trasparenti”
    5 Maggio 20257 Mins Read
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    Anagni
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    Il chiarimento di Carlo Marino

    L’assessore smentisce le affermazioni del consigliere Santovincenzo

    Carlo Marino, assessore alla Cultura e al Bilancio del Comune di Anagni, non ci sta. Le recenti dichiarazioni del consigliere di opposizione Luca Santovincenzo sul Fondo Crediti di Dubbia Esigibilità (FCDE) hanno spinto l’amministratore a intervenire pubblicamente con una nota tecnica e dettagliata.

    Luca Santovincenzo e Carlo Marino


    «È necessario – afferma Marino – fare chiarezza, soprattutto per rispetto dei cittadini, che meritano trasparenza e competenza».


    Cos’è davvero il FCDE

    Marino: “Uno strumento tecnico, non una sanatoria”

    Il Fondo Crediti di Dubbia Esigibilità, spiega Marino, è un accantonamento contabile obbligatorio, previsto per evitare che un ente spenda soldi che non ha effettivamente incassato.
    Non è discrezionale, né tantomeno una “sanatoria mascherata”. Serve a neutralizzare il rischio che entrate formalmente accertate, ma difficili da riscuotere – come quelle derivanti da evasione IMU e TARI – gonfino artificiosamente il bilancio.

    «Non è forse prudente – domanda provocatoriamente Marino – non spendere ciò che non si ha? Anche nella vita privata si applica questo criterio».
    L’assessore ricorda che sentenze della Corte dei Conti e indicazioni ministeriali sottolineano l’importanza di una gestione rigorosa del FCDE, pena il rischio concreto di dissesto finanziario per l’ente.


    Esternalizzare per necessità

    Carenza di personale e limiti di legge alla base della scelta

    La seconda questione affrontata riguarda l’esternalizzazione del servizio tributario. Secondo Marino, anche qui le parole dell’opposizione mistificano la realtà.
    Il Comune, infatti, non dispone di personale interno sufficiente per gestire autonomamente il servizio, che include sia attività ordinarie che straordinarie. Le possibilità di assunzione, inoltre, sono limitate da leggi nazionali.

    «È facile dire “assumete” – afferma l’assessore – ma un’Amministrazione deve valutare l’organico nel suo insieme. Abbiamo fatto tanto, e continueremo a farlo».
    Marino sottolinea anche che, in passato, il servizio è stato comunque affidato parzialmente a soggetti esterni. La differenza oggi è che lo Stato impone criteri più rigidi, come il ricorso a società iscritte all’Albo dei riscossori.


    Una gara pubblica a tutela del Comune

    Minimo garantito, controlli, penali: “Altro che svendita!”

    L’assessore entra poi nel merito della gara in corso per la concessione del servizio: «A differenza di quanto affermato da Santovincenzo, il capitolato prevede clausole fortemente a tutela dell’Ente».
    Viene assicurato un minimo garantito annuo pari a 2.901.136,48 euro, anche nel caso in cui gli incassi siano inferiori alla media dei tre anni precedenti.

    Inoltre, l’aggi previsto per il concessionario è in linea con gare simili e sarà oggetto di ribasso in fase di offerta. «L’obiettivo – precisa Marino – è colpire i veri evasori, non chi paga regolarmente. È il principio del “paghiamo tutti, paghiamo di meno”».
    Le decisioni su aliquote e tariffe restano tutte in capo al Comune.


    La stoccata finale

    “Il consigliere studia poco. I cittadini lo hanno capito”

    Carlo Marino conclude la nota con toni duri ma ironici: «Conoscere la contabilità pubblica richiede studio. Io stesso, inizialmente, credevo che il consigliere fosse abile a buttarla in caciara. Ora ho capito che semplicemente… non si applica».
    Un colpo politico netto, ma che affonda nella tecnica e nella realtà dei numeri, e che mira a rafforzare la credibilità dell’attuale amministrazione davanti alla cittadinanza.


    La nota integrale inviata dall’assessore Carlo Marino a questa redazione:

    Le recenti dichiarazioni del consigliere di opposizione Santovincenzo sul Fondo Crediti di Dubbia Esigibilità (FCDE) evidenziano una preoccupante confusione tra principi contabili e propaganda politica. È doveroso, quindi, offrire una risposta chiara, tecnica e onesta, soprattutto per rispetto verso i cittadini contribuenti, che meritano trasparenza e competenza.

    1. Il Fondo Crediti di Dubbia Esigibilità (FCDE) non è una “sanatoria”
      Il Fondo Crediti di Dubbia Esigibilità o FCDE non è uno strumento discrezionale, né tantomeno una “sanatoria mascherata”: al contrario è un accantonamento obbligatorio previsto dai principi contabili. Serve a garantire la veridicità del bilancio, neutralizzando il rischio che entrate formalmente accertate, ma di dubbia e difficile esazione, in particolar modo quelle relative all’evasione tributaria (IMU, TARI ed altre minori), gonfino artificialmente le disponibilità dell’ente.
      Serve a far in modo che un comune non possa spendere soldi che ancora non ha in cassa.
      In sostanza, si cercherà in tutte le modalità consentite dalle norme di incassare quelle somme attraverso avvisi di accertamento e cartelle di pagamento ma, fino a che quegli introiti non entreranno nelle casse comunali non si spenderanno.
      Non le sembra, Consigliere Santovincenzo, che sia un criterio di prudenza che ognuno di noi debba applicare? Anche nella vita privata intendo?
      Se non le è sufficiente, può verificare in numerosissime sentenze della Corte dei Conti o indicazioni del Ministero, che una gestione scorretta o, mettiamola così, poco “prudente” del FCDE è una forte spinta per mandare in dissesto un comune nel giro di poco tempo! Vuole questo il Consigliere Santovincenzo? Noi NO!
    2. Questione esternalizzazione servizio tributario
      Anche qui la mistificazione della realtà è ai massimi livelli!
      In sintesi, la situazione reale è che il Comune esternalizza oggi il servizio tributario perché non ha nella propria dotazione organica le unità di personale sufficienti per condurre efficacemente a termine le complesse attività di gestione dello stesso servizio, in riferimento ad un comune grande come Anagni. Attività che si ricorda si suddividono in ordinarie (assistenza ai contribuenti ecc.) e straordinarie (controlli ed azioni per la lotta all’evasione)
      .

    Si potrebbe dire….assumete altro personale. Si, ma le valutazioni sulla dotazione organica un’Amministrazione le deve effettuare a 360 gradi, non limitandosi ad un solo servizio. Sono tanti gli uffici che necessitano di potenziamento di personale, tanto abbiamo fatto e tanto intendiamo fare in tal senso.
    Si ricorda tra l’altro che la possibilità di assumere per un comune è fortemente limitata da norme e prescrizioni di legge varie. Assorbire la non smisurata capacità assunzionale dell’Ente per il solo servizio tributario è stato ritenuto non conveniente ed opportuno.
    Tutte valutazioni che chi Amministra deve fare e che non sono evidentemente nelle corde di un’opposizione così miope ed in mala fede direi.

    Si potrebbe dire…e fino ad adesso come si è fatto? Risposta…fino ad oggi il servizio è stato gestito con le esigue risorse a disposizione, alle quali vanno sempre riconosciute competenza ed abnegazione, ma costantemente affiancate da soggetti esterni ai quali l’Ente ha affidato incarichi e servizi remunerati.
    Il servizio è stato seppur parziamente esternalizzato anche in passato quindi…anche oggi lo è….
    Incarichi che oggi non possono essere più conferiti nelle modalità sinora utilizzate in quanto lo Stato ha previsto che, per gli affidamenti che riguardano i tributi comunali, bisogna rivolgersi a società iscritte ad un apposito Albo dei riscossori.
    Proprio quello che sta facendo il Comune con la gara per la concessione del servizio in corso di svolgimento!
    Gara che, a differenza di quello che propone il Consigliere Santovincenzo è stata impostata tutelando nella massima misura l’Ente, prevedendo controlli diffusi sull’attività del futuro concessionario e penalità pesanti in caso di mancata applicazione delle norme contrattuali.
    All’Ente rimangono peraltro riservate tutte le decisioni nella materia tributaria, decisioni su aliquote e tariffe, regolamenti comunali ecc..
    Per capire il livello di falsità contenuto nel messaggio del Consigliere Santovincenzo, a proposito dell’esternalizzazione del servizio, egli definisce come “obiettivo minimo” per il futuro concessionario il 70% degli incassi medi ottenuti nel passato…ebbene vi riporto espressamente cosa prevede il capitolato di gara “Il Concessionario deve assicurare al Comune, qualsiasi possa essere l’incasso, un minimo garantito unico annuo, al lordo dell’aggio, di importo complessivo di € 2.901.136,48, calcolato in percentuale (70%) rispetto alla media degli incassi relativi ai tre anni precedenti la pubblicazione del bando di gara (2022-2023-2024).”
    Tradotto per il Consigliere, TUTTI gli introiti per i tributi (ordinario ed evasione) affluiranno nelle casse comunali ma se l’intero incasso annuo dovesse essere inferiore al 70% calcolato nel suddetto modo, il Concessionario dovrà comunque riversare al Comune la differenza. Quindi una clausola tutta a favore del Comune, niente di più!
    E sulla remunerazione del futuro concessionario gli aggi a suo favore sono previsti in misura del tutto in linea con gare di questa portata e si conta di abbatterli ulteriormente in fase di offerta economica dei partecipanti alla gara.
    L’obiettivo è naturalmente di scovare in modo risoluto i veri evasori e non perseguitare chi paga, come falsamente dichiarato dal Consigliere.
    Tutto trasparente quindi… una scelta fortemente motivata quella dell’esternalizzazione e che permetterà di sviluppare quel concetto di “paghiamo tutti, paghiamo di meno” tanto caro all’attuale Amministrazione comunale.
    Concludo dicendo che conoscere la contabilità pubblica… e magari studiare un po’ di più, per evitare figuracce.
    Anche perché ormai i cittadini lo hanno capito, all’inizio anche io credevo fosse particolarmente abile a buttarla in caciara, invece ora ho capito che le cose non le sa e non si applica.

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