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    Roma. I Carabinieri eseguono un decreto di fermo emesso dalla DDA nei confronti di cinque persone

    tutti sono gravemente indiziate del reato di sequestro di persona a scopo di estorsione
    28 Ottobre 20233 Mins Read
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    I Carabinieri della Compagnia di Frascati, coadiuvati nella fase esecutiva dai colleghi della Compagnia di Roma Casilina, hanno dato esecuzione a un decreto di fermo di indiziato di delitto, emesso dalla D.D.A. della Procura della Repubblica di Roma, nei confronti di quattro persone, due cittadini del Bangladesh, un indiano e un cittadino afghano, tutti già con precedenti, gravemente indiziati dei reati di sequestro di persona a scopo di estorsione, rapina aggravata e lesioni personali. Per gli stessi reati, i Carabinieri della Compagnia di Frascati hanno proceduto, d’iniziativa, al fermo di indiziato di delitto di una quinta persona, un altro cittadino del Bangladesh, identificato grazie agli elementi sopravvenuti nella fase di localizzazione dei primi quattro.

    L’indagine è partita, il 1° ottobre scorso, dopo la denuncia ai Carabinieri della Stazione di Roma Tor Bella Monaca, da parte di un cittadino del Bangladesh che riferiva della scomparsa del fratello che dal 29 settembre non aveva fatto ritorno a casa. In particolare, l’attività investigativa condotta dai Carabinieri, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia ha consentito di raccogliere gravi elementi indiziari in ordine al fatto che gli indagati, con un tranello, avevano attirato la vittima, lo avevano rapinato e sequestrato, chiedendo un riscatto ai suoi familiari, per poi liberarlo dopo aver ricevuto 10.000 euro.

    La vittima, un uomo del Bangladesh di 53 anni, la mattina del 3 ottobre, una volta rilasciato, ha denunciato ai Carabinieri che la notte del 30 settembre, tramite un appuntamento telefonico aveva incontrato in via delle Cave a Roma, uno degli indagati, che credeva essere suo amico, ma all’appuntamento quest’ultimo e altri quattro uomini, lo avevano aggredito con pugni e calci; rapinato della sua auto, di 7200 euro in contanti, dei suoi due telefoni cellulari, dei documenti e della sua carta prepagata; sotto la minaccia di due coltelli puntati alle tempie, lo imbavagliavano e legavano e lo conducevano in un rifugio; nei giorni del sequestro era stato spostato in vari covi e tenuto quasi sempre legato e imbavagliato; inoltre continuamente minacciato e malmenato affinché convincesse i suoi familiari in Bangladesh a pagare un riscatto di 50.000 euro; all’alba del 3 ottobre gli era stato comunicato che i suoi parenti avevano versato una rata di 10.000 euro in contanti a un personaggio in Bangladesh, non ancora identificato, e pertanto, veniva liberato.

    Gli indagati, infatti, avevano contattato la madre della vittima in Bangladesh, richiedendo un riscatto di 50.000 euro, facendole sentire la voce del figlio. Al termine dell’incubo, l’uomo è stata visitato presso l’ospedale di Roma Tor Vergata a causa delle ferite riportate, ottenendo 30 giorni di prognosi. L’attività investigativa condotta dai Carabinieri di Frascati, ha permesso di raccogliere gravi indizi di colpevolezza circa i ruoli di ciascuno degli indagati. Uno in particolare cittadino del Bangladesh come promotore e organizzatore del sequestro di persona mentre gli altri quattro come materiali esecutori. I provvedimenti di fermo si sono resi necessari poiché era emerso che l’organizzatore del sequestro stava pianificando di fuggire all’estero; c’era l’intenzione di effettuare un secondo sequestro di persona, nei confronti della stessa vittima, per ottenere un’ulteriore somma di denaro poiché, i 10.000 euro versati inizialmente, erano considerati una prima tranche dell’intera somma inizialmente richiesta. Dopo l’arresto i cinque sono stati condotti presso Regina Coeli dove il Tribunale di Roma ha convalidato i fermi, disponendo per tutti la custodia cautelare in carcere.

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