La Francia non porta bene al team del Motoclub Ferentino; anche stavolta – infatti – la fortuna ha voltato le spalle alla Kawasaki 750 n.35 nella 15^ Edizione della Sanday Race Classic, gara endurance riservata a moto d’epoca che si è disputata sul circuito del Paul Ricard. Alla gara erano iscritti 58 team provenienti da vari paesi europei distribuiti nelle varie classi.
La trasferta è stata organizzata e curata nei minimi dettagli; a pilotare la moto i centauri Mario Tersigni, Diego Colella e Gianni Di Sarra, il box e la parte meccanica erano affidati a Davide Macioce, Mario Tersigni e Joshua Coppotelli, direttore sportivo Massimo Datti assistito da Pino Zeppieri e infine l’hospitaly affidata al team “morolano” Vincenzo e Andrea Pistolesi.
Venerdì nel primo turno di prove cronometrate di Mario Tersigni una valvola del motore fa un brutto scherzo al team ciociaro, Diego Colella e Gianni Di Sarra effettuano il loro turno di prove con il muletto che gli permette di classificarsi per la gara.
Finite le prove entrano in campo i meccanici Mario Tersigni e Davide Macioce: con il contributo fattivo di Joshua Coppotelli, riescono lavorando fino a notte inoltrata a riparare il motore della moto 1 sostituendo i pezzi danneggiati.
Sabato mattina Diego Colella effettua il warm-up tranquillamente, entra in pista e la moto risponde alle sollecitazioni, ritorna l’entusiasmo nel team in attesa dello start della gara fissato per le ore 20.00.
Inizia la gara ma dopo appena otto minuti il motore comincia a dare problemi al team gigliato: Diego Colella rientra al box ma il problema meccanico non è risolvibile e il team abbandona la corsa tra lo sconforto generale.
“Questa gara sta diventando un incubo per il nostro team – commenta il presidente Massimo Datti – eravamo venuti con l’intento di salire sul podio nella nostra classe ma anche stavolta il sogno dovrà essere rimandato, la delusione oggi è tanta e ci vorrà tanto tempo per smaltirla, a bocce ferme valuteremo il da farsi per il futuro. Ringrazio tutti i ragazzi per l’impegno profuso e soprattutto i nostri amici benefattori”.