Grande successo per la Giornata Diplomatica “…per una Cultura della Pace…, verso il Giubileo 2025” voluta fortemente dall’Accademia Bonifaciana di Anagni, alla presenza delle Loro Eccellenze il Signor Henri Okemba, Ambasciatore della Repubblica del Congo in Italia e il Signor Jean Jude Piquant, Ambasciatore della Repubblica di Haiti presso la Santa Sede e l’Ordine di Malta.
“Promuovere la cultura della pace significa orientare il pensiero e l’azione creativa dell’uomo verso un futuro di vita, di luce e di speranza, opposto a quella concezione del mondo che vede la terra come una cupa e tragica arena, in cui una parte dell’umanità accumula e orienta le proprie energie contro altre parti di umanità e contro l’ambiente naturale, in cui le è consentito di esistere, esaltando quindi la propria azione negativa portatrice di sofferenza e di morte. Una visione questa che finisce per essere inesorabilmente autodistruttiva”. Così si è espresso il Rettore Presidente dell’Accademia Bonifaciana, per presentare la giornata diplomatica ad Anagni. Ed ha continuato: “Una cultura proiettata verso la speranza e la vita deve necessariamente essere rivolta in via prevalente ai giovani, agli studenti e al mondo della scuola di ogni ordine e grado. Là, nella scuola, stanno coloro sulle cui gambe camminerà il futuro. Educare, quindi, per costruire un futuro di Pace riguarda la vita delle prossime generazioni, ma sappiamo che la responsabilità di quel futuro è in gran parte nelle mani delle generazioni presenti, cioè nelle mani nostre, poiché i nostri comportamenti condizioneranno fortemente la loro vita. Noi delle generazioni attuali veniamo da un passato e viviamo un presente segnati da ingiustizie, da guerre e violenze terribili, che sono effetto e causa di culture che hanno esaltato la forza e la sopraffazione. Perciò la speranza di un futuro di pace è riposta innanzitutto nell’affermazione di una cultura nuova che abbia al centro i diritti umani per tutti e il conseguimento della giustizia attraverso la nonviolenza e la pace. Le scuole sono il luogo dove si può seminare la speranza. L’educazione alla pace nelle scuole è quindi fondamentale”.
La giornata ha avuto luogo nei giorni scorsi con l’arrivo degli Ambasciatori e dell’ Assessore del Pontificio Comitato di Scienze Storiche in Vaticano e Presidente del Comitato Scientifico dell’Accademia Bonifaciana in piazza Innocenzo III, accolti dal Rettore Presidente e del Sindaco, con il Gruppo Sbandieratori di Anagni. Prima tappa, è stata via Leone XIII per la visita alla sede di rappresentanza dell’Accademia Bonifaciana, con la firma all’albo d’oro degli Ospiti e del Patto di Amicizia tra l’Istituzione Anagnina e le due Ambasciate, con due testimoni d’eccezione il Primo Cittadino avvocato Natalia e il Vescovo monsignor dal Covolo, subito dopo c’è stata la visita della delegazione alla Basilica Cattedrale, al Tesoro e alla Cripta di San Magno, grazie alla collaborazione del parroco don Marcello Coretti e del Capitolo dei Canonici.
Subito dopo, è stata la volta del palazzo Papale di Bonifacio VIII, e presso la sala dello “Schiaffo”, preceduto da un breve spettacolo nell’atrio con il Gruppo Sbandieratori di Anagni, guidati da Valerio Marocca.
Li, grazie al coordinamento della professoressa Cristiana Cardinali, affiancata dalla signora Eleonora Marzano, ci sono stati i saluti istituzionali: dell’ Avv. Daniele Natalia, Sindaco di Anagni; del Dottor Giuseppe Alessandro Pizzuti, Consigliere Provinciale in rappresentanza del Presidente dell’Amministrazione Provinciale; di S.E. Mons. Enrico dal Covolo, Presidente del Comitato Scientifico Accademia Bonifaciana e Assessore del Pontificio Comitato di Scienze Storiche in Vaticano. È stata poi la volta del Cav. Ing. Giovanni Ritirossi, Delegato Vicario dell’Accademia Bonifaciana per la Regione Lazio, che a nome degli accademici locali, ha rivolto il saluto agli ospiti e al Fondatore Rettore Presidente Gr. Uff. Prof. Sante De Angelis, che ha chiuso con i saluti e ha annunciato gli interventi di: Monsieur Henri Okemba, Ambasciatore della Repubblica del Congo in Italia e Monsieur Jean Jude Piquant, Ambasciatore della Repubblica di Haiti presso la Santa Sede.
Prima di chiudere la cerimonia al palazzo papale, grazie alla disponibilità della Congregazione delle Suore Cistercensi della Carità, c’è stata la consegna Attestati di partecipazione agli accademici presenti e la ratifica della nomina con la consegna della pergamena al Reverendo Don Giuseppe Guarrera, Cappellano presso l’ Ospedale San Giovanni Battista di Roma Acismom, come Assistente Spirituale; della Dott.ssa Sabine Mbongo, come Mediatore Interculturale e Membro del Comitato Scientifico; del Cav. Dott. Alberto Alessio Giuseppe Zizza e del Dott. Luca Maltecca, come Membro del Comitato Scientifico.
La delegazione ha lasciato il Palazzo Apostolico per dirigersi in corteo, con gli sbandieratori in testa a Piazza Cavour presso il monumento ai caduti, per la deposizione da parte degli Ambasciatori, insieme alle altre autorità della corona di alloro in memoria dei morti per la Pace.
Molto approfondito e sentito l’intervento di Sua Eccellenza Jean Jude Piquant, Ambasciatore di Haiti presso la Santa Sede, che tra l’altro ha dichiarato: “La fraternità è il desiderio che ogni persona porta in sé per esistere con l’altro e per l’altro in un reciproco rapporto di riconoscimento. La fraternità si costruisce così nell’accoglienza dell’esistenza dell’altro come persona e nella salvaguardia della sua dignità umana. Non si può fare a meno della fraternità per costruire una comunità e costruire la nostra società, se non ne è il fondamento stesso. Non c’è quindi dubbio in questo contesto che la fraternità umana nella sua comprensione filosofica e sociale come etica della vita è più di un imperativo. È una cultura da mietere, da sviluppare, nella nostra società e che richiede conseguentemente un’assistenza istituzionalizzata. Occorre che le istituzioni morali, culturali, politiche, religiose e accademiche possano occuparsi di questo ideale, mettere meccanismi e strumenti educativi per arginare le radici del male alla fraternità umana universale per facilitarne l’esercizio. In questa prospettiva, saluto le iniziative dell’Accademia Bonifaciana e la benevolenza del Rettore che ha fatto l’onore di ricevermi oggi in nome dell’amicizia e del mio Paese sotto il tema della fraternità umana e della pace. Questo incontro è una grande opportunità di fraternità; un’occasione di dialogo e un privilegio da lavorare insieme per la pace e lo sviluppo. Signor Rettore, l’Accademia Bonifaciana di cui lei è il Presidente si giustifica e ha tutto il suo scopo. È nella sua giusta funzione didattica e filosofica, attraverso la missione che la definisce promuovendo la cultura
della pace attraverso l’educazione, la cultura, lo sviluppo sostenibile, l’economia e sociale; il rispett dei diritti umani fondamentali dei popoli, la parità tra donne e uomini, il miglioramento delle condizioni di vita delle comunità vulnerabili attraverso l’impegno filantropico”. Ed ha continuato: “Signor Rettore, l’invito protocollare rivolto a Vostra Eccellenza, l’Ambasciatore rappresentante della Repubblica di Haiti presso la Santa Sede, ad Anagni nella Città storica dei Papi, è un impegno che testimonia la vostra volontà di lavorare per una diplomazia della fraternità, della pace, della cultura del dialogo e dello sviluppo sostenibile delle comunità al solo fatto che siano umane. In questo senso, colgo l’occasione per dirvi che, prendendo conoscenza dei vostri programmi di attività e del numero di importanti personalità ricevute e onorate, l’Accademia Bonifaciana è un’importante rete di fraternità, di strumento educativo e culturale, per la promozione della tolleranza, della cultura della pace e della salvaguardia della dignità umana.
In questo contesto, di apertura, di ascolto e di cooperazione, mi affido, a ragione alla solidarietà dell’Accademia, per la messa in cantiere di due importanti progetti. Questi sono, tra l’altro, due strumenti educativi che hanno ricevuto l’adesione della comunità per il loro insediamento. Si tratta della creazione, da un lato, la Scuola di Tecnologia Agricola d’Imprenditorialità e di Mestiere del mare. D’altra parte, dall’ Istituto di Educazione Creatività Artistica Anse d’Hainault. A mio avviso, è un modo concreto di sviluppare la fraternità. Per riprendere un’espressione di Papa Francesco in occasione dell’incontro mondiale della fraternità universale in Piazza San Pietro, il 10 giugno 2023, la fraternità non deve essere “una vana parola”. “La fraternità non ha bisogno di teorie, ma di gesti concreti”. A nome dei giovani che sono il futuro della cultura della fraternità del mio Paese, e in particolare di questa regione della Grande Anse, nella diocesi di Geremia, dove è stato identificato l’epicentro dell’ultimo terremoto 5.7 della scala Ritcher, di investire la vostra filantropia, il vostro know-how nei progetti citati. Sarebbe l’occasione per pensare a costruire edifici secondo le regole antisismiche. Già ora potranno essere luoghi di protezione per la vita degli abitanti della regione. L’istruzione e la protezione dell’ambiente sono sfide importanti per un paese vulnerabile come Haiti, con le sue carenze nelle risorse infrastrutturali. Nel momento in cui vi parlo, Haiti sta vivendo le conseguenze dei cambiamenti climatici con inondazioni che hanno appena terrorizzato le regioni del paese. Haiti è sempre più vulnerabile alle catastrofi climatiche. Più che un paese di sviluppo, Haiti è un territorio umanitario. Allora nessun paese possa svilupparsi con l’aiuto umanitario che alimenta la dipendenza. Di qui la necessità di invertire la tendenza consentendo ai giovani che sono il futuro del loro paese di costruirsi un futuro attraverso l’educazione e l’imprenditorialità e la gestione ecologica. In questo quadro, la mia visione proprio della fraternità e della pace non potrebbe avere un senso profondo e vero senza un progetto concreto di sviluppo sostenibile, che possa mettere i giovani insieme per sviluppare ed edificare una cultura particolarmente etica della fraternità. La fraternità umana è una bella espressione, ma perché abbia una densità, o un valore effettivo, deve pur essere tradotta in azioni pratiche. I due progetti che vi ho appena presentato con interesse, e per i quali chiedo all’Accademia Bonifaciana di accompagnare, sono praticamente nel senso dell’iniziativa di promuovere la cultura della fraternità, della pace e dello sviluppo sostenibile. In effetti, dal nostro ultimo incontro e dai nostri scambi virtuali, posso dirvi che le mie convinzioni sono rafforzate sulla possibilità di raggiungere gli obiettivi fissati, per concretizzare con l’educazione questa cultura della fraternità dell’incontro e dell’amicizia sociale. Entrambi i progetti hanno lo scopo di creare un meccanismo educativo, uno strumento che possa fermare il flusso dei giovani al di fuori del paese, poiché spesso partono in condizioni difficili che mettono in pericolo la loro vita”.
il servizio fotografico è a cura di Giampiero Pacifico