di Monia Lauroni
Iniziare un nuovo percorso culturale e formare una nuova coscienza sull’idea della città. Avere un’idea sulla città, possibile solo facendo rete. La ‘rete’ del movimento civico di Danis Campoli e Umberto Stirpe, coordinato da Silvio Diana, ha convinto più di qualcuno. E la presenza del prof Biagio Cacciola e dell’ingegner Enzo Altobelli ha alzato di non poco temperatura e spessore del “narrato”. Si sono presentati venerdì scorso a Veroli, in vista delle prossime amministrative 2024, in largo anticipo e a ‘volto scoperto’.
Un tavolo, cinque relatori, un solo obiettivo: quello di rilanciare Veroli partendo dall’idea di quello che Veroli è. Spesso le cose più semplici, quelle che sembrano scontate, che sono da sempre sotto gli occhi di tutti, sono le più difficili da vedere. E da comprenderle nel loro valore immenso. Ecco, Veroli per Campoli e Stirpe è un po’ così, ha tutto. Non ha bisogno di ‘importare’ nulla, deve solo ottimizzare ancor più una strategia concreta capace di trasformare quello che per storia e natura le è stato dato da secoli in benessere e patrimonio. Nessun j’accuse, si intenda, solo una nuova visione, una nuova Idea. Questa vuole essere “Rete dei cittadini”. Ma fare rete con chi? Fare rete con imprenditoria, arte e ‘contenuti’. Fare rete con tutta la popolazione, fare rete tra frazioni e centro, fare rete tra politica e cittadini. Fare rete anche con chi ha diverse idee politiche che’ la diversità è solo un’ idea in più. Per questo alla presentazione erano stati invitati tutti i rappresentanti politici locali.
A raccogliere l’invito la consigliera delegata alla Cultura Francesca Cerquozzi che, chiamata ad intervenire, ha ‘benedetto’ i movimenti civici che uniscono, che aggregano e non dividono. Esattamente quello che Campoli ha sottolineato più volte. Un movimento nuovo quindi, nuovo perché vuole dare un luogo a tutti per scrivere idee e programmi. Dentro le logiche della crescita e fuori da quelle che dividono. Un nuovo che riprende il filo del tradizionale per farne futuro. Partire cioè dalla politica della gente quella casa per casa, dall’ascolto e dallo studio di quello che si è. Veroli ha un passato glorioso di prestigiosi artigiani, ecco ad esempio prendere questo settore e svilupparci intorno laboratori, attraverso collaborazioni con università e professionisti e farlo diventare il lavoro di domani. Veroli e suoi Fasti Verolani, Veroli e la Basket, allora ben vengano laboratori e corsi di artisti di strada e cestisti. Non rinnegare quello che è stato ma farne leva per il futuro.
Parliamo quindi di un movimento che rappresenta la Veroli laboriosa, la Veroli che lotta contro lo spopolamento, la Veroli che è pronta a fare rete per offrirsi al meglio. Non solo a parole, ma ogni idea è stata determinata dallo studio del territorio e dall’ascolto con i cittadini. E dalla ricerca di soluzioni concrete come la ricerca di Fondi per credito alle imprese e sgravi fiscali per incentivare le persone a restare ed a venire. Ma per fare questo ci vogliono persone adatte, con conoscenze, ognuno per il suo settore. Punto di partenza: la Cultura. Cultura intesa come investimento, una cultura pervasiva che fa crescere, cultura che ricade sul sociale e sul lavoro. Anche qui si ha bisogno di fare rete, rete con ristoratori e tutto il settore turistico, rete con la chiesa territoriale per incentivare il turismo religioso, rete con l’Abbazia di Casamari. E sempre partire da quello che si ha.
Da Veroli sono partiti i battiti del potere non solo ecclesiastico, a Veroli sono stati firmati armistizi e alleanze, a Veroli si concedevano indulgenze ed a Veroli è sepolta Santa Maria Salome. Un nome ‘grande’ nello scenario religioso e che per le sue origini potrebbe segnare forse quella che è l’Idea più innovativa di tutte: Veroli come agorà di incontro tra Oriente e Occidente. Tante idee nella rete, tante le prospettive, tante quante le potenzialità di Veroli. E di chi su di essa ha una visione.