“È davvero terribile che nel terzo millennio si utilizzi ancora la guerra come strumento di risoluzione delle controversie, questo segnala i limiti di uno sviluppo ingiusto, addirittura folle. Noi siamo per la cessazione immediata delle ostilità e per una ONU rinnovata che torni a svolgere il fondamentale ruolo di mediazione. Basta con la Nato, che va superata, ed attuazione dei trattati per il superamento delle armi nucleari”. Lo dichiara Ugo Moro, ex consigliere comunale di Fiuggi, imprenditore, scrittore e oggi membro della Segreteria Nazionale del Partito Comunista Italiano.
Gli appelli del Santo Padre per cessare ogni conflitto finora non sono stati recepiti?
“Purtroppo no e le ingiustizie, le smodate esigenze dell’imperialismo perseverano. Indispensabile un nuovo movimento pacifista internazionale per arrivare alla dismissione dell’intera industria di produzione di armi. In particolare. Massima mobilitazione al fine di arrestare il genocidio del popolo palestinese ed affinché, finalmente, vi sia lo Stato di Palestina. A tal fine va convocata senza indugio una Conferenza di Pace dall’ONU che preveda termine dell’occupazione e dell’apartheid, ribadendo il diritto al ritorno dei palestinesi nella loro terra”.
Come giudica il comportamento della UE?
“L’Unione è preda delle contraddizioni della sua stessa costituzione e non riesce a svolgere il ruolo politico di equilibrio che dovrebbe, totalmente oppressa dagli interessi statunitensi ed atlantici. Vanno superati, rapidamente, i trattati europei fondati su austerity, pareggio di bilancio e fiscal compact. Iniziare davvero il percorso per una Unione che sia dei popoli, delle culture e delle umanità, tenendo l’economia come elemento importante ma non qualificante o, come viviamo, addirittura esclusivo.
Qual è il suo giudizio sul lavoro del governo Meloni in questa prima fase?
“Decisamente negativo, oltre i limiti che i governi conservatori solitamente hanno, questo brilla per inconsistenza e contraddizioni”.
Le aspettative erano tante per il lavoro, la crisi economica e la giustizia sociale. Che opinione si è fatto?
I dati economici non sono confortanti, gli indici di crescita prossimi allo zero definiscono, di fatto, una recessione. Scadenti e sbagliati investimenti per le politiche sul lavoro, incapacità di affrontare i temi delle condizioni economiche e dei salari minimi dei lavoratori. Ancora condoni a favorire i più agiati e ad aumentare le disuguaglianze”.
A Fiuggi, secondo Lei, c’è invece l’attesa inversione di tendenza ?
“Decisamente no, Fiuggi ha bisogno di un progetto di rinnovamento e sviluppo del quale non si vede traccia; non basta la, pur meritoria, politica di manutenzione attuata da una giunta premiata dall’85% dei consensi validi”.
L’azienda termale, con la nuova gestione, sta uscendo dai problemi degli ultimi anni? Come la vede? È ottimista?
“Siamo quasi ad un anno dall’inizio della nuova gestione e si è visto poco, praticamente nulla. Gli elementi per essere ottimisti non vi sono e quanto trapela non è rassicurante. Noi mai abbiamo creduto nelle gestioni privatistiche, troppo protese agli immediati utili di gestione, e la storia ci dà ampiamente ragione. Sono necessari investimenti importanti, volti alla città nel suo complesso, nella certezza che i rendimenti verranno in tempi medi e lunghi, altre ipotesi restano velleitarie”.
Il turismo continua a faticare anche se si vedono timidi segnali di ripresa. Il Palacongressi è un’opera realizzata con vent’anni di ritardo. Che cosa manca?
“La vocazione turistica è caratteristica essenziale di Fiuggi e l’efficienza delle strutture, ad iniziare dal Palacongressi finalmente realizzato, resta la dorsale della proposta, che comunque deve essere complessiva. Timidi segnali si, ma il turismo ha bisogno di progetti e sostegni adeguati, oltre la buona volontà indiscutibile, per determinare le condizioni tipiche delle destinazioni più attraenti”.
Ha un suggerimento per il sindaco Baccarini?
“Viene da una grande affermazione e potrebbe non averne bisogno; tuttavia se utilizzerà il secondo mandato, più complicato del primo, per ristimolare e ricoinvolgere il nostro popolo ad impegnarsi per il bene comune e per un nuovo sviluppo cittadino svolgerà opera qualificante”.
Fiuggi e il comprensorio offrono bellezze e attrazioni che nulla hanno da invidiare a località ad alta vocazione turistica, ma spesso i servizi non sono adeguati. Continua a mancare una vera strategia di sviluppo territoriale?
“Purtroppo è così: nonostante i tentativi di porre in relazione le specificità finora non molto è stato prodotto. L’opportunità del distretto turistico andava perseguita con maggior determinazione ed anche l’esperienza della Fiuggi Turismo, a cui abbiamo lavorato ottenendo importanti risultati, doveva essere consolidata e sviluppata”.
Il Santuario della Trinità di Vallepietra punta a diventare patrimonio Unesco. Può essere questa l’occasione giusta per la crescita turistica ed economica del comprensorio?
“Sarebbe una eccellente occasione per tutta la Ciociaria che, come sa chi ha letto “Passeggiate per l’Italia” di Gregorovius, travalica i confini provinciali per estendersi dai monti Simbruini a quelli Aurunci. Il grande lavoro di costruzione della strategia complessiva, a cui Lei si riferiva, va realizzato nel massimo coinvolgimento degli enti, delle realtà economiche, dei lavoratori e delle forze sociali, tutti impegnati per quel percorso futuro che, restando quasi a portata di mano, non riusciamo ad avviare, vittime di individualismi, miopi visioni ed interessi particolari”.