Entra nel vivo l’azione di bonifica e messa in sicurezza permanente del sito ARPA2 a Colleferro, nella Valle del Sacco. Oggi, in occasione della partenza dei lavori, il sopralluogo del Presidente della Regione Lazio Francesco Rocca, accompagnato dagli assessori Elena Palazzo e Fabrizio Ghera, dai tecnici della direzione Bonifiche e Ciclo dei Rifiuti e dal direttore di Arpa Lazio, Tommaso Aureli.
«È un giorno di grande importanza per la Valle del Sacco e per l’intera comunità locale. Avviamo oggi un’azione concreta di bonifica e messa in sicurezza permanente del sito ARPA2 a Colleferro; un passo fondamentale per risolvere lo stato di emergenza ambientale che ha afflitto questa zona. L’approvazione del progetto esecutivo e l’avvio dei lavori di messa in sicurezza dell’area rappresentano un passo significativo anche per la riperimetrazione del Sin». Lo ha dichiarato il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca, nel corso del sopralluogo al sito Arpa 2 di Colleferro.
«Solo monitorando da vicino gli studi condotti dagli enti scientifici che si stanno portando avanti – ha proseguito – potremo comprendere appieno l’entità del problema. All’Arpa, infatti, è stato conferito il compito di determinare i valori di fondo rilevati nel suolo e nel sottosuolo, mentre al CNR quello di farlo per le acque sotterranee. Tutto ciò richiederà un impegno continuo e coordinato da parte di tutte le parti interessate. Collaborando con il Ministero dell’Ambiente e altri enti, ci impegniamo, quindi, a completare con successo questa importante missione, rendendo la Valle del Sacco nuovamente una risorsa preziosa e sostenibile per le generazioni future».
«La nostra priorità – ha concluso il presidente Rocca – è garantire la tutela dell’ambiente e la sicurezza della popolazione, e questo intervento segna un significativo progresso verso tale obiettivo. Si tratta, comunque, di un compito vasto che abbraccia le province di Roma e Frosinone, ma fondamentale per garantire alla Valle del Sacco di essere liberata dall’inquinamento».
«Quella di oggi è una giornata dal grande valore simbolico, ripartiamo con un’azione di bonifica proprio in uno dei siti da cui è scaturito lo stato di emergenza ambientale del fiume Sacco. Finalmente iniziamo a prospettare un futuro diverso per questa zona nell’auspicio che, laddove gli studi tecnico-scientifici ce lo consentiranno, si arrivi a pensare una riperimetrazione del Sin che consenta all’economia del territorio di ripartire, sempre avendo a cuore come elemento prioritario la tutela dell’ambiente», ha affermato l’assessore all’Ambiente Elena Palazzo.
«Questo intervento era atteso da tempo da tutti i cittadini della zona della Valle del Sacco e lo realizziamo grazie a una accelerazione importante delle procedure rispetto al passato. Sul sito abbiamo già fatto partire diverse attività di cantiere insieme ad Arpa Lazio e Cnr per predisporre al meglio l’inizio dei lavori. Il tema delle bonifiche è molto sentito dai Comuni e la Regione Lazio per il 2024 ha già stanziato 1,8 milioni di euro in questo senso, cifra che aumenterà a 4 milioni nel 2025 e 4 milioni e mezzo per il 2026», ha aggiunto Fabrizio Ghera, assessore ai Ciclo dei Rifiuti.
«Il sito su cui stiamo intervenendo fa parte del Comprensorio Industriale di Colleferro. Il progetto prevede l’escavazione dei rifiuti presenti e dei terreni fino al raggiungimento degli strati idonei alla posa del pacchetto di impermeabilizzazione del bacino e degli interventi di messa in sicurezza permanente», ha spiegato la responsabile della Direzione Bonifiche e Ciclo Rifiuti della Regione Lazio, Wanda D’Ercole. L’area all’interno della quale è in corso la bonifica, è la stessa in cui nel 2005, in seguito al rinvenimento di alte concentrazioni di esaclorocicloesano in campioni di latte prelevati presso aziende zootecniche, veniva decretato dal Presidente del Consiglio dei Ministri lo stato di emergenza socio-economico-ambientale. Inizialmente il territorio interessato è stato quello dei comuni di Colleferro, Segni e Gavignano in provincia di Roma, e dei comuni di Paliano, Anagni, Ferentino, Sgurgola, Morolo e Supino, in provincia di Frosinone. L’area è stata successivamente estesa fino a comprendere un’estensione totale di oltre 72 km quadrati. Da allora, l’intera zona ha vissuto una profonda crisi economica, con la fuga di numerose aziende e la mancanza di nuovi investimenti.